Percorsi

Alta Via "dei Rondoi"


Nel 1969 la sottosezione di Aviano ha voluto dotare le sue montagne di un percorso che, seguendo il filo di cresta, collega tutte le cinque cime principali del gruppo del Cavallo. Si tratta di un percorso altamente panoramico, molto interessante per la fioritura, abbastanza lungo (eventualmente può essere percorso in due giorni) e con difficoltà limitate (1° gr.) anche se richiede attenzione per i numerosi tratti esposti, specialmente sui verdi molto ripidi. Esperienza ed una corda da usarsi nei tratti più pericolosi, sono indispensabili per percorrere l'itinerario con la dovuta sicurezza. Qui di seguito viene descritto il percorso in senso antiorario, preferibile in quanto in tal modo si percorrono i tratti più insidiosi in salita (il tratto che va dalla forcella fra il Monte Colombera ed il Cimon di Palantina e la cima del Monte Colombera sono molto esposti e rivolti a nord e perciò è più facile trovare il terreno bagnato o gelato). L'alta via è stata chiamata "Alta via dei Ròndoi" (rondoni), uccelli particolarmente numerosi lungo queste creste. Si consiglia di percorrere l'itinerario da giugno alle nevicati autunnali, evitando le giornate più calde e tenendo presente che sull'intero percorso (7-9 ore) è assolutamente impensabile trovare acqua. Sulle cinque vette è sistemato un apposito timbro e libro di vetta.

 Descrizione del percorso

Dal Palazzo del Ghiaccio di Piancavallo si raggiunge la piccola cava alle spalle di Casera Capovilla (1300 m.); qui ha inizio il sentiero segnavia 924 che, risalendo un bosco di faggi e quindi dei dossi privi di vegetazione arborea, raggiunge la soglia della val Sughet, ampio vallone che raggiunge la forcella Palantina o del Cavallo con ad E il Cimon dei Furlani e la cima Manera ed ad O il Monte Tremol, il Monte Colombera ed il Cimone di Palantina; fin qui 1 ora. 
Prima di entrare nella Val Sughet, si lascia il sentiero 924 e si sale a destra (evidente indicazione al bivio) seguendo i bolli rossi segnavia. 
Velocemente ci si porta sulla cresta S del Cimon dei Furlani che si cavalca per un breve tratto fino a pervenire ad una forcelletta. 
Ora la cresta si restringe e sale ripidamente; per erti verdi si supera questo tratto che richiede attenzione specie se percorso in discesa e quindi per terreno meno ripido si raggiunge l'anticima. 
Oltrepassata una poco pronunciata selletta, in breve si guadagna la vetta del Cimon dei Furlani 2183 m ore 2,45. Il panorama è vastissimo; solo a N è limitato dalla Cima Manera. Si scende ora per la cresta NO in direzione della Forcella dei Furlani 2110 m; il percorso è molto esposto è richiede attenzione: a destra precipita verticale la parete N del Cimon dei Furlani nella sottostante Val Piccola. 
Un canalino molto ripido e friabile, una breve risalita ed una trentina di metri di discesa più facili portano a raggiungere, in leggera salita, l'ampia forcella che si percorre portandosi alla base dello spigolo SE della Cima Manera. La salita del breve spigolo molto esposto richiede il superamento di qualche passaggio di 2° gr. (segavia a bolli rossi). 
Più facilmente si traversa a sinistra portandosi sul vicino sentiero della "normale" (nuovamente segnavia 924 con la possibilità di un veloce ritorno a valle). Una bella cengia esposta porta alla base di un canalone che si risale facilitati da un lungo cavo fisso (120 m. c.) che accompagna fino alla calotta finale a pochi passi dalla vetta (2251 m ore 3,35-4). Dalla vetta di Cima Manera (o Cimon del Cavallo) il giro d'orizzonte e completo: a sinistra della pianura, in fondo alla quale è facile poter distinguere l'Adriatico, si vedono i rilievi dell'Istria, il Carso, la Selva di Tarnova, le Alpi Giulie, Le Carniche e gran parte delle Dolomiti Orientali dietro le quali biancheggiano i ghiacciai dei Tauri. A sinistra della Schiara si vedono quindi i Monti del Sole, la Val del Piave, Belluno e le sue Prealpi Venete. 
Dalla Cima Manera in circa 40 minuti si può scendere a NO in Forcella Lasté ed al vicino Rifugio Semenza (2020 m gestito d'estate, locale invernale sempre aperto a N della forcella), importante punto di ricovero o di riposo per spezzare in due la traversata. 
L'alta via prosegue lungo la cresta SO (segnavia arancio-celeste dell'Alta Via n° 7) dapprima facile e poi ripida e rocciosa. Un breve tratto richiede una facile ma esposta arrampicata; poi, oltrepassate due sellette, si scende in breve a raggiungere la Forcella del Cavallo, 2062 m. Si prosegue in leggera discesa a sinistra della forcella (sempre segnavia arancio-celeste) e per un sentierino anche ripido si sale fino alla cresta S del Cimon di Palantina. 
Per cresta affilata, ma priva di difficoltà, lasciando a sinistra il segnavia dell'Alta Via n° 7, si raggiunge in breve la vetta 2190 m, segnavia bolli rossi; eccezionale visione dell'altopiano del Cansiglio e dell'Alpago; ore 5-6). Si ritorna sulla cresta appena salita e la si segue a lungo (alcuni passi un po' esposti) e con un percorso molto piacevole e vario si raggiunge la Forcella Colombera fra il Cimon di Palantina ed il Monte Colombera. Dalla forcella il segnavia a bolli rossi scende per qualche decina di metri a sinistra (E); successivamente si rimonta, tramite l'ottimo sentiero tracciato dagli amici di Aviano, il ripidissimo pendio erboso e roccioso del Monte Colombera.  
A metà salita, un bivio: a destra l'itinerario diretto richiede una breve arrampicata di 2° grado; a sinistra il sentiero porta sulla cresta fra il Monte Tremol e Monte Colombera e quindi, a destra su questa quarta e bella cima 2066 m; ore 6-7. Per cresta, ampia e senza problemi, dal Monte Colombera si raggiunge il vicino Monte Tremol, ultima elevazione dell'Alta Via, 2007 m; ore 6,30-7,30. 
Il segnavia accompagna ora lungo la cresta SO del monte per raggiungere in breve la stazione superiore della seggiovia; si tratta quindi di scendere a Piancavallo lungo le piste di sci; oppure dalla vetta del Tremol può essere più conveniente scendere direttamente in direzione del Piancavallo per il ripido pendio erboso a destra della cresta SE; prima di entrare nel bosco, si oltrepassa la cresta SE del monte e, per sentiero, si raggiunge la soglia della Val Sughet quindi tramite il sentiero già percorso in salita si rientra a Piancavallo; ore 8-9.